sabato 8 giugno 2013

CON GIAN PAOLO COSCIA, PRESIDENTE DI CONFAGRICOLTURA PIEMONTE, SI PARLA DI AGRICOLTURA, TRADIZIONI E PRIMATI DELLA NOSTRA PROVINCIA

"La provincia di Alessandria detiene il record delle D.O.C.G; la nostra è la prima provincia in Italia per superficie coltivata a cereali da quando non è più coltivata in modo intensivo la barbabietola da zucchero."
Inizia così la mia chiacchierata con  Gian Paolo Coscia, che mi accompagna alla scoperta di una realtà di cui non conoscevo né le potenzialità né soprattutto i risultati. 
L’agricoltura alessandrina e quella piemontese vantano il primato europeo per la sicurezza alimentare. Tengo a sottolineare che lo stato italiano è l’unico stato al mondo che ha istituito un corpo di polizia, i N.A.S, solo ed esclusivamente per garantire qualità e sicurezza ai prodotti che arrivano sulle nostre tavole. La nostra regione o meglio, i nostri prodotti , proprio grazie ai severi controlli sono i più sicuri in assoluto ed è per questo che bisogna sostenere ed incentivarne l’acquisto.


Per nove anni Presidente di Confagricoltura della Provincia di Alessandria, da un anno e mezzo Presidente di Confagricoltura Piemonte, al di là delle cariche istituzionali, dei ruoli che ricopre a livello nazionale, Gian Paolo Coscia è prima di tutto un uomo di campagna, non "parla" di terra tanto per, lui la lavora, la vive, la conosce, ne respira la polvere ed è proprio questo che fa la differenza.
 L’amore e il rispetto per il suo lavoro ha radici profonde, quelle che penetrano nell'anima, radicando bene e dando i migliori frutti perché sono quelle degli affetti, della famiglia, di un nonno che, sottolinea con riconoscenza: “ era della classe 1893”. 
E' stato proprio il nonno Carlo che l’ha iniziato a questo mondo, che l’ha guidato lasciandogli la libertà di poter sperimentare, di rischiare apportando innovazioni tecniche nell'azienda di famiglia, dandogli fiducia e carta bianca.
Alessandrino in tutte le sue sfumature, quelle che piacciono, quelle che per intenderci, per chi non conosce gli alessandrini, sono difficili da cogliere o da capire. 
Riservato, un signore d'altri tempi, elegante nell' aspetto e soprattutto nei modi , uno sguardo a cui non sfuggi, quasi severo.  
Ti stringe la mano con vigore, la stretta di mano nel suo mondo ha ancora un significato, vale più di mille parole. 
Ti studia e  gli bastano meno di tre nano secondi  per capire chi sei e di che pasta sei fatto, e come ogni buon alessandrino che si rispetti, se superi l’esame, si apre e si rivela un animo nobile, concreto, senza tante artifici, generoso.
Sulla sua tavola vino, salumi, formaggi ed un'ottima polenta, tutto made IN ALE & Piemonte,
“Persino l'olio," dice "  è della nostra terra. Viene prodotto ad Alfiano Natta, è un ottimo olio perché risente dei benefici climatici  e ambientali della vicina Liguria. L’agricoltura alessandrina è presente in tutti i comparti, ci mancano solo le arance ed i limoni e poi abbiamo tutto."
E' emozionante vedere come gli si illumina lo sguardo di orgoglio quando parla non solo dei successi concreti della nostra agricoltura ma di chi l'agricoltura la fa.  
" Non avremmo il Colosseo ma abbiamo moto di più.  
Il valore aggiunto della nostra provincia, del Piemonte, oltre alla grande varietà di culture, un terreno per sua composizione fertile, la qualità dei prodotti, sono le persone, la capacità di saper lavorare con serietà e passione, di dedicarsi quotidianamente con tenacia al raggiungimento degli alti standards qualitativi cui siamo abituati e per i quali ci riconoscono in tutto il mondo ."

Per paradosso scopro dalle parole del Presidente che proprio l'agricoltura sarà il futuro, non solo l'industria, non solo la tecnologia, ma soprattutto l'agricoltura. 
I dati che mi riporta sono precisi. "Stiamo andando  incontro ad un aumento demografico in fortissima ascesa, entro 15 anni saremo 15 miliardi, avremmo bisogno il 70% in più di terreno da coltivare ed il 50% in più di prodotto ecco perché, bisogna puntare sui giovani, bisogna offrire loro la possibilità di lavorare la terra e di guadagnare, applicare nuove tecniche e ricerca come da tempo 
Confagricoltura fa puntando sull’ agricoltura sostenibile. "

Voglia di riscatto e di alzare la testa: "Nella definizione made in Italy c'è molto di più di un prodotto di eccellenza, fatto a mano, prodotto in Italia con le materie migliori; c'è la tradizione, la creatività, la storia, la famiglia, la passione tramandata di generazione in generazione e soprattutto ci sono i valori, quelli che fanno sì che ancora oggi, i nostri siano i prodotti migliori, quelli che tutto il mondo vorrebbe."

Al di là della sua agenda istituzionale,
se volete incontrare GianPaolo Coscia,
lo potete trovare nei suoi campi,
sul suo trattore,
che sta seminando.





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