Un tavolo bianco, un gruppo di amici, progetti, chiacchiere ad un certo punto Emanuela, quasi inconsciamente tira fuori dalla borsa una piccola scatola trasparente contenente una penna stilografica, alcuni cartoncini e comincia a tracciare linee, segni, riempire vuoti, creare spazi, dando vita ad un groviglio di sensazioni primordiali, che smuovono le viscere.
Non potevo che rimanerne rapita.
Curioso sulla sua pagina facebook e: "bum!" dentro, al centro dello stomaco, nel profondo, così, senza pensarci troppo.
Le sue opere mi sono penetrate nell'intimo più inconscio ed hanno cominciato a sussurrarmi, parlarmi, scrollarmi, violentarmi, sedurmi, stordirmi, incantarmi.
Nero, serpenti, rosso, mostri, china, animali, carta.
Un baccanale, tanto e tutto insieme, lì su un foglio che diventa eco di parole soffocate.
Matericità di un viaggio onirico, quello che si spinge a forza nel più profondo dell'anima per non farlo venire fuori, per non ascoltarlo e non dover fare i conti.
Puoi scappare quanto vuoi, ma tanto Aeno ti prende. Non gli sfuggi.
I disegni di Emanuela Serafino ti "stanano".
Poi un viaggio, Emanuela ed io,
Alessandria Torino andata e ritorno, troppo pochi i chilometri, troppe cose da dire, infiniti mondi da esplorare, piani paralleli che si intersecano e fuggono per poi ripiombare.
AENO: la sua firma, un ideogramma.
Semplicemente AEmanuela SerafiNO a sottolineare la sua identità ma, forse, anche negarla con un NO, profondo e definitivo.
"Il rosso è il solo colore oltre il nero che posso ammettere"
"Inizio con piccoli segni concentrici, poi comincio a vedere cose e le tiro fuori, lascio uscire quello che viene. Non potrei mai disegnare quello che non vedo, i miei mostri sono reali, esistono perché li immagino."
Emanuela Sarfino bella, affascinate, luminosa, empatica viene fagocitata da AENO che è essenza, metamorfosi che parte da elementi inconsci e costruisce una realtà conosciuta, ascolta i mostri e ne dà un senso, entra dentro l'inconscio delle persone e delle cose e come un prestigiatore sul palcoscenico che con un tocco teatrale, toglie il velo nero così, in un sol colpo.
Disegna, crea, trasforma in uno stato di trance e non potrebbe essere diversamente.
Silenzio e solitudine per ascoltare le voci, le "nostre" voci e dar loro corpo e vita.
Più volte durante il viaggio in una notte che è diventata magia pura, mi sono chiesta con chi mi stavo relazionando se con Emanuela, con Aeno o con quale delle altre sue tante anime.
Guardo e riguardo le sue opere, una ad una, piano piano.
La stessa è mille quadri differenti in un istante, la "viviseziono" e subito prende spazio un' altra realtà,
così, all'infinito, ritmicamente come una danza tribale.
Amo i serpenti, secondo la cultura Maya sono animali divini, l'essenza della perfezione perché sintesi della trasformazione e dell'unione dei due generi quello maschile e quello femminile, AENO invece, ne ha paura e per un gioco perverso li disegna esorcizzando i sui demoni parlando ai nostri istinti.
Un rimando ad un tratto primitivo, aborigeno, semplice nella sua levatura e nei suoi messaggi.
La furia pura del proprio daimon si connette a quello di tutti noi attraverso un filo rosso che è il serpente della trasformazione che in alcuni è consapevole ed in altri ancora nascosto nei tratti neri, decisi, che ti squartano come con un'accetta per liberarti e darti un'altra forma, un altro stato, un'altra dimensione, una nuova essenza.
Per info: aenoart@@virgilio.it
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