lunedì 23 giugno 2014

AGO E FILO IN STILE RETRO'


 Luciana Lasagna, artista alessandrina che da sette anni si occupa di sartoria e cucito presso il Museo Etnografico La Gambarina di Alessandria. 
Luciana rivisita e  crea stoffe ed abiti d’epoca, che espone prevalentemente in occasione delle varie manifestazioni culturali organizzate dal museo. Luciana rappresenta un’eccellenza dell’alessandrino, in quanto i suoi abiti risvegliano il gusto vintage e richiamano il profumo dei mobili in legno, delle modelle dai capelli raccolti e dei merletti che cascano sui veli ricamati.




Come ha scoperto il mondo del cucito?
Sono sempre stata appassionata di biancheria intima e merletti, ma in seguito al mio matrimonio fui costretta a rimanere in casa a badare alla faccende domestiche. Mio marito non vedeva di buon occhio che lavorassi, e spesso il mio istinto mi spingeva a darmi da fare a sua insaputa. Lavoravo da mia mamma, dapprima in una lavanderia in Via Maggioli, e poi in panetteria.

Cosa l’ha spinta ad inseguire la sua grande passione?
Ho vissuto a Sanremo, dove mi dilettavo con piccole esposizioni di biancheria intima, che adoravo. La morte di mio marito mi trafisse l’anima, cercavo qualcosa che mi permettesse di non cedere al dolore, di rendermi utile. Sette anni fa iniziai quindi a recarmi quotidianamente presso il Museo della Gambarina; qui vi conobbi la signora Elena Garneri, la curatrice del museo, che mi iniziò alla creazione delle bambole che regalavamo poi ai visitatori del museo. Iniziai da zero, filo dopo filo.

Poi c’è stato il passaggio agli abiti dell’800
Si, ho sempre avuto tanta voglia di fare, e non mi bastava più la sola copia di completini intimi visti in vetrina . Volevo vestire, studiare, misurare, così comprai il mio primo manichino, e le stoffe occorrenti per dar vita al mestiere di sarta. Ho quindi iniziato a cercare le sete e i pizzi, e ho iniziato a lavorare sodo.  Sottolineo però che non sono mai stata una vera sarta. Non avevo basi, conoscenze, solo intuito e pazienza hanno permesso le mie creazioni.

Pensa che questi limiti di cui si sente portatrice l’abbiano condizionata nella sua attività?
Beh, si in qualche modo è stato più difficile avere credibilità nell’ambito della moda. Inizialmente mi limitavo a donare i vestiti e il pizzo alla mie amiche, e a livello di mostre non è sempre facile collocarsi. Ma per fortuna Elena ha creduto in me, dandomi la possibilità di mostrare i miei abiti in occasione delle domeniche del museo.

Come definirebbe il suo rapporto con il Museo Etnografico?
Eccezionale, qui mi sento ancora viva, utile, speciale.

Si è mai ispirata a qualche personalità del mondo della moda?
Per me Cocò Chanel è la stilista per eccellenza, poiché fu in grado di sintetizzare con carisma eleganza e femminilità.

Dalle sue parole colgo una critica verso la moda contemporanea…
Assolutamente. Io sono sempre stata una persona classica, e tutt’oggi sono un po’ retrò. Mi piace vedere la donna semplice, che sappia utilizzare pochi ed essenziali capi ma che non rinunci al gusto. Oggi vedo molta ricerca dell’ostentazione, mentre ciò che manca è il senso critico verso noi stessi, e verso ciò che il nostro corpo è capace di portare o no con classe.

Che ne sarà dei suoi abiti e del Museo Etnografico?
Il solo pensiero che i miei vestiti non abbiano una destinazione certa mi rattrista. L’organizzazione di un museo è cosa tutt’altro che semplice, e credo sarà dura sostituire la Signora Garneri nelle sue egregie attività quotidiane. Per quanto mi riguarda, i miei vestiti avrebbero bisogno di una persona premurosa, giovane, fresca, che abbia soprattutto  tanta voglia di mettersi in gioco, anche rischiando di rinunciare al business.

Quindi i suoi abiti non sono in vendita?
Diciamo che io non creo per vendere, ma per creare. Le esposizioni dei miei abiti sono totalmente gratuite, e se mai dovessero esserci donazioni, queste sarebbero a nome del Museo della Gambarina.

Cosa farebbe se potesse tornare indietro nel tempo?
Cucirei abiti fin da subito, senza ascoltare il parere degli altri.

 Progetti futuri?
In autunno organizzeremo un grande evento di abiti da sposa, sarà un’altra occasione per ammirare l’eleganza delle nostre fanciulle, il fascino indimenticabile che i vestiti d’epoca lasciano negli occhi degli spettatori.

di ELISA CHIARA



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