Una rappresentazione che toglie il fiato, in cui si alternano momenti di grande pathos, drammaticità, passionalità sapientemente ritmati ed accordati dalla regia di Gianluca Ghnò.“Anima Nera”, il nuovo spettacolo dedicato alla vita di Billie Holiday, è il risultato di una coproduzione messa in scena dalla Compagnia Teatrale Stregatti e dal duo blues Soul Kitchen. L’anteprima, nello storico teatro alessandrino di San Francesco che da settembre diventerà la sede ufficiale della Compagnia, è un’esperienza emozionante, e da raccontare.
Sul palco due donne, Giusy Barone e Laura Tartuferi, danno voce e corpo alle anime di Billie Holiday: una Billie bambina e una Billie adulta, Lady.
Con loro, Gege Picollo scandisce la colonna sonora e, attraverso suoni, rumori e melodie, apre i cassetti della memoria della Holiday ripercorrendo le drammatiche tappe dalla sua vita, dall’infanzia, all’adolescenza, fino alla maturità, che diventeranno la musica dalla sua anima e delle sue canzoni. Un’anima rotta, la sua, in tanti pezzi, messa così spesso a dura prova, ma nonostante tutto un’anima coraggiosa che cerca di riaccordarsi con le note della vita per non impazzire.
Billie Holiday è stata una delle più grandi cantanti di blues e jazz, e ha lasciato un segno indissolubile nel panorama musicale internazionale. A lei si sono ispirate Janis Joplin,Nina Simone e Diana Ross, la impersonò nel film “La signora del blues” tratto dalla sua autobiografia.
Una vita, quella della Holiday, segnata da sofferenze e abusi fin da piccola: la cugina Ida la picchia, usando frusta e pungi, e pure i cugini e la nonna la maltrattano. A soli dieci anni subisce uno stupro e per questo motivo viene rinchiusa in un istituto cattolico, mentre Mr Dick, lo stupratore, si becca solo 5 anni di carcere.
Conoscerà anche il carcere, Billie, perché costretta a prostituirsi ancora adolescente per sopravvivere. Non appena libera, prova a farsi assumere come ballerina in un locale notturno, ma quando sentono la sua voce viene ingaggiata come cantante, senza contare che non sa ballare affatto. Ed è così che inizia, a soli quindici anni, la sua carriera nei club di Harlem e proprio in quel periodo le colleghe le affibbiano il nomignolo “Lady” (la signora) perché si rifiuta di ricevere le mance dei clienti tra le cosce come le altre: “io i soldi li prendo in mano” così diceva Billie.
Fino ad arrivare ad incidere dischi con le più importanti orchestre e a solcare le scene internazionali. Soprattutto, fu tra le prime cantanti nere ad esibirsi assieme a musicisti bianchi, superando così le barriere razziali.
Laura Tartuferi e Giusy Barone ci regalano uno spaccato della sua vita: grazie alla loro interpretazione prendono vita le diverse anime di Billie, ma anche tutti i personaggi che hanno segnato così duramente la sua esistenza: la zia aguzzina, il suo stupratore Mr Dick, la tenutaria del bordello Madame Florence, la sua carceriera, e tanti altri…
Uno spettacolo, quello degli Stregatti, che colpisce e affascina. Difficile non calarsi, almeno per un momento, nei panni di Billie Holiday: donna simbolo di grande forza, che si affida alla musica come via d’uscita per non impazzire, che usa la musica come strumento per difendersi dai suoi aguzzini e che con la musica combatte il razzismo.
“Lady giorno ha occhi come diamanti , Lei vede la verità dietro le bugie, Angelo … Lei dice che è il cuore, Il cuore e l’anima…Un angelo nei panni del diavolo!” Con Angel of Harlem gli U2, alla fine degli anni Ottanta, rendevano onore ad una grande cantante, ad una grande donna.
Enrichetta Duse
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