giovedì 10 luglio 2014

MIMMA CALIGARIS: LA "MARGHERITA"DEI GRIGI

Quando si parla di Mimma Caligaris non si può immediatamente non far correre la mente alla squadra dei Grigi, l'Alessandria Calcio.

 Ma chi è davvero Mimma Caligaris?
"Si parla spesso di Alessandria Calcio perchè rappresenta un pezzo importante della mia vita professionale e umana,perchè quando segui una squadra la segui ovunque,la segui in ritiro,durante la settimana altrimenti non potresti raccontare i novanta minuti di una partita in maniera approfondita, diventa qualcosa di più. Sono una privilegiata,perchè faccio il lavoro che ho sempre voluto fare,sin da bambina,e come dico spesso ai ragazzi giovani,questo è il mestiere più bello che ci sia,anche se difficile,specie oggi con mille regole,molte più difficoltà a reperire le fonti. Fare un lavoro che hai scelto,che ti piace di sicuro ti aiuta ad affrontare al meglio le difficoltà e gli ostacoli che ti si pongono davanti."



Mi ha parlato ancora una volta dell'Alessandria Calcio, mi piacerebbe raccontare la sua di storia per una volta...
"La mia storia è una storia di una bambina,figlia di un arbitro di calcio; e che cosa può avere questa bambina in regalo se non un pallone?  A tre anni sono andata per la prima volta allo stadio, e ci andavo per vedere mio padre arbitrare,e questo mi rendeva orgogliosa di lui,o semplicemente a vedere assieme una partita,tutto questo ha fatto si che mi innamorassi del calcio, anche l'amicizia e l'ammirazione per Gianni Rivera, qui siamo tutti Riveriani. Ho studiato Lingue al Liceo,fuori, perchè ad Alessandria non si poteva e Giurisprudenza a Torino,ma sentivo che non era il mio mondo,non mi vedevo nell'ufficio legale di una banca o qualcosa di simile,fare il giornalista non è stare relegati in un ufficio,lo si fa ventiquattr'ore al giorno,è un mestiere molto vivo,che continui a crearti."


Ha sentito che il giornalismo era la sua strada..
"Si  a me è sempre piaciuto scrivere,anche nei viaggi che facevo da studente prendevo appunti,ho sempre amato scrivere e leggere,molto,quando leggo un giornale,prima sempre quelli sportivi ovviamente,inizio dalla fine,dove so esserci le pagine dedicate allo sport. E una mia tendenza,l'ho sempre avuta. Credo che ognuno di noi nasca con una storia già scritta in parte e sta a noi capire quale sia e come utilizzarla."

C'e solo lo sport nella sua vita?
"No,una passione cosi forte non deve sacrificare le altre cose,amo la musica,visitare un museo,mi dà una soddisfazione enorme,mi dà moltissimo,però i mesi senza campionato sono faticosissimi perchè mi manca qualcosa,non esiste qualcosa che sostituisca la domenica con la partita."

So che sta cercando di scrivere un romanzo autobiografico
E' una cosa molto difficile,non avrei mai pensato lo fosse,non sono abituata a scrivere racconti sono ancora incerta persino sul titolo, "Fuori i secondi"o "Voglio essere felice",perchè in questo mestiere non devi mai raccontarti,devi raccontare,però ad un certo punto della vita ti viene voglia di buttare fuori qualcosa che hai dentro e magari cerchi di capire,tramite il racconto,il perchè di alcune scelte"

Perchè "Fuori i secondi"?
"E' un titolo "sportivo" ,preso a prestito dalla pugilato,ma soprattutto perchè descrive questa voglia di non essere più secondi ,di non essere più un alternativa in alcune situazioni personali,questa scelta che ho fatto,volontariamente,di esserlo,di continuare ad esserlo diventa più difficile col passare degli anni. e questi due titoli sono molto legati tra di loro"


Tre parole per definirla
"Passione,rispetto e trasparenza, non mi piacciono le cose nascoste,se devo dire una cosa la dico anche se  scomoda"

Sentendola parlare e vedendola ora di persona mi ha fatto pensare alla parola "romanticismo" nel giornalismo ci si ritrova in questo mio pensiero?
"In effetti sono un po' un' inguaribile romantica,piango vedendo i film,leggendo i libri,non amo il Romanticismo come genere letterario questo no,non amo le cose sdolcinate però sono romantica questo sì,non dico "ah le donne sono forti,sono l'altra metà del cielo,sono più forti",mi dà fastidio se mi regalano la mimosa l'otto marzo,ma se mi regalano una rosa in qualsiasi momento dell'anno mi fa piacere."

E una margherita?
"Margherita è il mio secondo nome,eredità delle nonne..."


Lei è molto femminile,anche nel modo di vestire,una sportiva in tacco a spillo.
"Devo indossare cose che mi facciano stare bene,non è un vezzo,amo il colore,anche d'inverno. Per me il tacco è parte della mia vita ci cammino bene,se dovessi camminare con una scarpa bassa a fine giornata avrei la schiena bloccata. Alle conferenze stampa,faticosamente,indosso magari un tailleur più serio,nero,è un compromesso che accetto alcune volte altrimenti scelgo il colore. Faccio molta difficoltà ad indossare i pantaloni,persino allo stadio,sebbene spesso le nostre "sala stampa" siano all'aperto al freddo! Vestirmi in maniera cosi femminile mi fa sentire bene,se non mi sento a mio agio faccio male le cose che faccio. In camicetta bianca e tailleur non sarei io,mi sono sentita sempre un pò una ribelle,le cose imposte mi hanno sempre dato fastidio,sono sempre stata una rivoluzionaria,il salvaschermo del mio pc è stato per un pò la foto di Che Guevara,adesso è Roberto Vecchioni,le mie anime sono queste,il Che e Vecchioni,un romantico poeta della vita,insieme a De Andrè e Che Guevara,nato a Rosario in Argentina,parte della mia famiglia è argentina,e forse questo spiega molto di me,è una terra di grandi calciatori e di grandi passioni. A Rosario,dove sono stata a cercare la sua casa,che non c'è più c'è questo splendido luogo lo "spazio Che Guevara" dove giocano i ragazzi,ballano,con le sue foto,e c'è questo monumento stupendo,fatto con le chiavi delle celle dove sono detenute persone per reati di opinione,ed è bellissima questa spianata tipica del Sud America con questa statua del Che che guarda lontano."


Vecchioni e Che Guevara le sue due anime, e nel calcio?
"Che Guevara però non in senso politico,il suo messaggio era universale,il suo essere rivoluzionario era altra cosa,nel calcio Maradona,prima Rivera, ma Maradona,genio e sregolatezza."


Non abbiamo parlato molto di calcio,rimediamo,l'Alessandria arrivera' in B?
"Il progetto è serio,se non in B credo che si andrà bene."

di Alessandro Gavazza





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